La Terra Promessa
Ne è passato di tempo, eppure il ricordo è presentissimo. Una intensissima energia ed una atmosfera vibrante di ritmi e di suoni aveva catalizzato l’attenzione di tanti di noi musicisti e di moltissimi appassionati, in quel fumosissimo locale, randagio come il gatto da cui prendeva il nome, nerissimo quanto alla sua inclinazione musicale; un contenitore eletto da tutti come “il posto” dove incontrarsi e dare sfogo alla propria creatività. Per molti era come un dejavu, rimandando la memoria ad un altro ben più importante momento della vita jazzistica palermitana, consumatosi in quel famoso club di via Duca della Verdura, da molti ricordato, a noi delle nuove generazioni raccontato.
Ma il gatto aveva avuto una vita breve… Si rimase delusi, senza casa…
Alcuni di noi decidemmo di tentare altrove… e fu una estate ricca di musica, una fioritura di rassegne jazzistiche; almeno tre locali a Palermo ospitarono concerti a cadenza settimanale o addirittura quotidiana… spinti da quella stessa energia spontanea che si cercava stavolta di dirigere e convogliare in una “struttura” più idonea. Furono anch’esse delle interessantissime quanto effimere e brevi esperienze. Alla fine della stagione ci si trovò nuovamente tutti “sfrattati”.
A breve distanza di tempo, in un vicoletto scognito, “ribolliva” ancora incontenibile quella stessa energia creativa, ma non vi fu nemmeno il tempo per “calare la pasta”… nuovamente tutto finito! Io stesso avevo deciso di rinunciarci.
Con grande sorpresa, a questa serie di episodi effimeri si contrappone immediatamente, all’inizio di questo 2004, l’esperienza consistentemente più matura dell’Open Jazz Club. La premessa è diversa. Il soggetto cambia. Interviene stavolta una struttura dalla esplicita “vocazione” a diffondere e promuovere la cultura jazzistica: l’associazione culturale “Musica Insieme”, avente già all’attivo una infinità di rassegne, festivals, corsi di musica, seminari, di altissimo spessore artistico e di notevole impatto socio-culturale. Si allestisce un locale interamente al solo intento di creare questo contenitore, questo “spazio musicale” dove tutti, musicisti e appassionati, possano trovarsi “a casa loro”. Un pianoforte a coda, un impianto ed un palco acusticamente idonei, un fornitissimo ed elegante wine-bar, una programmazione a carattere locale ed internazionale, concerti a frequenza quotidiana…
Un miracolo! La terra promessa.
In soli 4 mesi si sono alternati sul palco circa 250 musicisti. Tra essi ricordiamo Paul Jeffrey, Riccardo Fassi, Ruben Chaviano, Nicolas Thys, Johanne Brackeen,, Mark Murphy, Gianni Gebbia, Seamus Blake, Kevin Hays, Bill Stewart, Larry Grenadier, Fabrizio Bosso, Giovanni Mazzarino, Pietro Tonolo, Alfred Kramer, Riccardo Luppi, Paolino Dalla Porta, Enzo Randisi, Bob Mintzer, Mario Raja, Gianni Cavallaro, Glauco Venier, Klaus Gesing, Aisha Ruggeri, Marco Tamburini…
L’Open è tale perché si apre alla città come una occasione di speranza e sono certo che la città risponderà a tale proposta con la creatività e l’energia che la contraddistingue… la sete è molta, ma stavolta ci sarà ben di che saziarla…
Massimo Merighi – ottobre 2004